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Perché è così difficile essere gentili con se stessi?
“L’amore per se stessi sembra essere spesso non corrisposto” Scrittore inglese Anthony Powell.
Proprio perché la maggior parte del dialogo di auto giudizio non è censurato da nessuno, ci diamo alla pazza gioia.
Anche il nostro bisogno di perfezionismo ci ha portato ad essere non gentili con noi stesse. Quella perfezione che anche io ho inseguito negli anni e che poi ho compreso essere solo utopia. In un mondo duale fatto da opposti (bianco-nero, luce-buio) non può esistere solo una parte. La perfezione è spesso una trappola che ci ferma nel realizzare i nostri sogni. Perché non essendo mai abbastanza belli, giusti, perfetti, si procrastina la realizzazione fino a volte bloccarci dal realizzare i nostri sogni perché -ci diciamo- che tanto non può essere perfetto.
L’autocritica porta alla realizzazione proprio di quello per cui ci lamentiamo e critichiamo (profezie-autoavveranti/self fulfilling prophecy: La profezia che si auto-avvera è uno dei fenomeni più noti e più studiati in psicologia sociale. Il sociologo Merton ne parlò per la prima volta negli anni ‘70).
Osservati nella giornata: quante volte ti riferisci a te stessa con una "non gentilezza"?
Ti faccio degli esempi: "non mi ricordo niente, non capisco niente, mi comporto sempre alla stessa maniera, non ne faccio una buona, mi prenderei a sberle da sola, sto diventando una balena, dormo in piedi, sono un bradipo", ecco sono tutte affermazioni che denotano certamente una NON GENTILEZZA nei confronti di te stessa.
In questo periodo della tua vita - sia in gravidanza che i primi mesi dopo il parto, è normale non ricordare le cose, essere rallentata, aumentare di peso, essere più stanca: la tua situazione ormonale è modificata ed è solo necessario che ti conceda il tempo per riequilibrare l'aspetto fisico ed emotivo che è determinato al 99% da situazioni ormonali. Tutto questo ha un tempo, non è per sempre. Impara ad essere paziente e gentile con te stessa. Concediti il giusto tempo al tuo corpo per tornare a quell'equilibrio che aver generato una vita (quella meraviglia che puoi vedere ogni attimo vedendo il tuo bebè) ha prodotto.
SE NON LO HAI ancora fatto, VAI A LEGGERE L'ARTICOLO SULL'IMPORTANZA DELLA PAROLA, perché ti aiuterà a comprendere meglio quello che ti sto per dire.
Bene, adesso prenditi un momento ed elenca quelle che sono le maggiori fonti di non gentilezza che utilizzi con te stessa. Prendiamo l'esempio: sono un bradipo
Guarda nella giornata tutte le volte che ti ritrovi a dirti o a pensare di te che sei un bradipo. Ogni volta capovolgi immediatamente l'affermazione e sforzati, impegnati, obbligati, costringiti a fare un sorriso a te stessa e riconoscere che quella è una semplice affermazione. E che puoi sostituire quell'affermazione con un sorriso a te. Fai la stessa cosa osservando gli altri, osserva le persone quando si trattano in maniera non gentile, non adeguata e immaginati di dare loro in regalo un sorriso invece di questa non gentilezza.
Continua la sera, o durante la giornata a scrivere nel tuo diario/quaderno. Quando ti vengono in mente delle cose annotale. Non rileggere immediatamente quello che scrivi. Fallo dopo qualche tempo e ti accorgerai dei cambiamenti. Ti accorgerai che la gentilezza, l'essere gentile nei confronti degli altri e di se stessi ti porterà a vivere la vita con una morbidezza assolutamente impossibile da definire con le parole. Perché sarà come se utilizzando la gentilezza tu ti sentirai avvolta da quella copertina che da piccola usavi (la copertina di Linus): Un abbraccio dolce e morbido che ti farà sentire protetta e sostenuta. Ecco è proprio così, se usi la gentilezza nei tuoi riguardi inizi a proteggerti.
A proteggerti da tutto quello che in realtà è dentro di te che è ancora da elaborare e risolvere. A poco a poco, semplicemente utilizzando questo piccolo accorgimento, vedrai che quell'ammasso energetico denso e turbolento che ti faceva sentire prigioniera, soffocata e pesante si alleggerirà e tu ti sentirai più serena.
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